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L’ologramma di Star Wars diventa realtà: dal Giappone un innovativo schermo tridimensionale

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Nel 1977 il film Guerre stellari veniva presentato al grande pubblico di tutto il mondo. In una scena del film il piccolo robottino R2D2 proiettava nello spazio un messaggio della principessa prigioniera del cattivo di turno. L’immagine della principessa, visibile a 360 gradi era dinamica, semitrasparente, eterea.

Grazie a quella scena, il regista del film Steven Spielberg, creò nell’immaginario comune l’idea delle comunicazioni futuribili. Fino ad oggi i sistemi di visualizzazione sono stati lontani dall’offrirci tali caratteristiche, e spesso l’innovazione è stata limitata a migliorare la qualità dell’immagine piuttosto che rivoluzionare il modo in cui esperiamo i contenuti.

La storia dell’immagine in movimento ha compiuto recentemente i suoi 100 anni. Negli ultimi 50 la televisione è entrata nelle nostre case modificando in modo radicale la nostra vita.

L’evoluzione tecnologica dei sistemi di visualizzazione ha cambiato drasticamente negli ultimi anni la forma della televisione. Da prima volume tridimensionale con i sistemi a tubo catodico, poi si è ridotta in una superficie con gli schermi al plasma, adesso sembra compiere un ulteriore salto evolutivo.

Innumerevoli sono stati i tentativi di aggiungere la terza dimensione ai contenuti televisivi bidimensionali. Differenti tecnologie sono state sviluppate e applicate, come gli schermi olografici o le proiezioini stereoscopiche. Tuttavia nessuno di questi sistemi ha realmente modificato permanentemente il modo in cui esperiamo i contenuti televisivi.

L’Hitachi ltd Japan ha recentemente presentato uno dei più innovativi sistemi per la visualizzazione tridimensionale dei contenuti. Formalmente il prototipo del nuovo schermo tridimensionale si presenta come una colonna di due metri di atezza, di colore antracite, interrotta da una zona trasparente, nella quale vengono visualizzati gli oggetti tridimensionali. I contenuti visualizzati, siano questi oggetti o scene, appaiono semitrasparenti, fluttuanti nello spazio e vengono percepiti tridimensionalmente da tutte le persone presnti nell’ambiente a 360 gradi.

Per esperire i contenuti non sono necessari occhiali o ulteriori strumenti. La proiezione avviene a 360 gradi all’interno della colonna ed è quindi possibile visionare da qualsiasi punto di vista gli oggetti mostrati. Questo sistema non sfrutta ologrammi o tecniche di proiezione con lenti polarizzate. La tecnologia utilizzata è estremamente semplice ma totalmente innovativa.

Questa tecnologia, sviluppata a Tokyo dall’HHIL Hitachi Human Interaction Lab, si avvale di un semplice ma geniale stratagemma per visualizzare tridimensionalmente oggetti reali o generati sinteticamente. Il laboratorio di ricerca HHIL ha inoltre creato una camera speciale capace di riprendere tridimensionalmente un oggetto e, digitalizzato, di poterlo trasmettere attraverso internet o trasmissioni digitali.

Il metodo per ottenere una immagine tridimensionale consiste nel fotografare circolarmente un oggetto in modo da avere tutte le informazioni visive da 360 gradi.

Questa panoramica fotografica viene memorizzata su particolari fotogrammi ad anello dove 25 anelli costituiscono la sequenza fotografica per ogni secondo di animazione.

Il sistema di visualizzazione è molto simile a ad un caleidoscopio nel quale una serie di specchi spezzano e ricompongono gli anelli di immagini.

Nel centro della colonna una superficie riflettente ruota ad altissima velocità proiettando gli anelli di immagini a 360 gradi nell’ambiente.

Le possibili applicazioni di questa tecnologia sono enormi e spaziano dall’entertainment, all’infotainment fino ad applicazioni di tipo medico scientifico. E` facile immaginare innumerevoli applicazioni nel campo medico, in visualizzazioni scientifiche, nel design industriale o nell’ingegneria meccanica. Avere uno schermo capace di mostrare contenuti a 360 gradi modifica radicalmente anche il modo in cui pensare anche la nostra casa. Cosa accadrebbe se il televisore non fosse più un oggetto piatto da addossare al muro, ma bensi un oggetto cilindrico, visibile da tutte le direzioni?

Come cambierebbero i comportamenti sociali se ci fosse la possibilità di esperire i contenuti tutti intorno ad un unico polo informativo?

Come sarebbe l’esperienza di una partita di calcio vista con gli amici seduti circolarmente mentre il campo di calcio e i giocatori vengono visualizzati nel centro della nostra stanza?

Per ora possiamo solo immaginarlo, per avere questa tecnologia nelle nostre case dovremmo aspettare ancora qualche anno. L’innovazione tecnologica sembra destinata non solo a migliorare i servizi intorno a noi, ma è pronta a regalarci modi per vivere le emozioni quatidiane.

 

HHIL Hitachi Human Interaction Lab:

L’Hitachi è una multinazionale estremamente attiva nella ricerca tecnologia e scientifica.

A monte dei suoi 339.572 dipendenti ci sono 6 differenti laboratori di ricerca attivi nelle aree di interesse strategico, come Information & Telecomunication, Electronic devices, Digital media, consumer products etc.

In Italia, a Milano ha sede l’Hitachi Design Centre Europe, che svolge attività di progettazione e sviluppo dei prodotti destinati al mercato europeo. In Giappone, una delle nuove divisioni di ricerca che ha incontrato un grosso interesse da parte dei media è HHIL Hitachi Human Interaction Laboratory.

L’HHIL punta non solo sull’innovazione tecnologia, ma soprattutto sulla ricerca sull’interazione uomo-macchina, in una parola “Interaction Design”. Gli obbiettivi della ricerca sono mirati a creare nuovi sistemi avanzati di interazione con la tecnologia. Il fine è quello di comunicare con gli strumenti del futuro in maniera più semplice, più immediata e sopratutto più divertente. Per questo tipo di ricerca una componente necessaria è il lavoro in team. Ingegneri, Designers, esperti di marketing e di scienze sociali si trovano a confrontarsi non solo su come rendere accessibile la teconologia, ma soprattutto su cosa poter offrire nel prossimo futuro.

Un aspetto fondamentale della ricerca punta ad ipotizzare e successivamente verificare come le relazioni umane vengano mediate da nuovi strumenti tecnologici.

Da questo processo continuo di ipotesi e verifica nascono non solo nuove tecnologie e prodotti, ma soprattutto nuove teorie e metodi per migliorare la qualità della vita attraverso nuovi devices.

 

Sergio Paolantonio

 

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