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Una casa educativa e sicura per utenti con ritardi mentali.
Prima parte

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L’Università di Trento mette la domotica a servizio del sociale

Il CunEdI (Centro Universitario Edifici Intelligenti) dell’Università di Trento, analizzando dei dati statistici riguardanti soggetti con handicap mentali e ascoltando le specifiche richieste di famiglie e associazioni di persone disabili in Italia, ha notato la necessità di disegnare e pensare nuove soluzioni abitative studiate appositamente per persone con problemi mentali, col proposito, non solo di apportare notevoli miglioramenti nell’autonomia e nella qualità della vita di queste persone, ma di rendere la casa quasi uno strumento didattico, grazie alla tecnologia in essa presente, che possa anche non prevedere la presenza fisica di un educatore o del genitore e che permetta quindi all’utente disabile di imparare a gestirsi da solo senza allontanarlo dai suoi affetti e dal suo ambiente.

Da questo intento è nato un protocollo d’intesa promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Trento, coordinato dallo stesso CUnEdI, che ha visto il coinvolgimento di ben tre cooperative di solidarietà e l’ANFFAS Association di Trento.

L’accordo si è poi concretizzato in tre progetti che hanno visto la costruzione di tre tipologie abitative, realizzate tra il 2005 e il 2007, a seconda dell’invalidità mentale dell’utente.

La così chiamata “Casa Satellite”, sita in Trento e nata a sua volta da un’idea dell’ANFFASS (Cresciamo Insieme), progettata specificatamente per chi è portatore della Sindrome di Down.

Per chi invece soffre di disturbi mentali di altro tipo, si è proceduto alla costruzione di due complessi abitativi: il primo, a Rovereto, per quelle persone con un lieve ritardo mentale e con problemi anche nella coordinazione dei movimenti, il secondo, a Pergine, in Valsugana, ideato per chi soffre di disabilità cognitive.

C’è da dire che questi ultimi due tipi di costruzioni sono stati progettati per rispondere alle necessità di una gamma più ampia di disabilità mentali che “Casa Satellite. Questa, è di fatto strutturata tenendo conto e conoscendo le specifiche difficoltà ed invalidità, sia fisiche sia mentali, dei portatori della Sindrome del Cromosoma 21 (Sindrome di Down), quali: dal punto di vista fisico, ipotonia muscolare, diverse dimensioni delle parti del corpo (cranio, faccia, orecchie, lingua, mani, piedi, ecc….); dal punto di vista psicofisico, ritardo nella crescita, ritardo nello sviluppo delle capacità motorie, deficit linguistici e ritardo mentale; da un punto di vista più prettamente cognitivo, problemi di orientamento nello spazio e nel tempo, incapacità (più o meno spiccata) di pianificare la sequenza degli eventi, deficit di memoria sia a breve che a lungo termine, mancanza della capacità d’attenzione e di risoluzione problemi, difetto nelle abilità sensoriali, lacune nelle capacità linguistiche e comunicative (anche non verbali), ammanco di autonomia personale e problemi nelle capacità affettivo-relazionali.

Tutte queste peculiarità non sono certo poche ed elencarle può far apparire più chiaro quanto fosse necessaria l’istituzione e la costruzione di un appartamento a parte per queste persone. Anche se le somiglianze tra le tre strutture progettate non sono esigue. In tutti e tre i casi l’obiettivo principale è quello di innescare nell’individuo un processo di auto responsabilizzazione per favorirne la crescita, compatibilmente con le dinamiche della società: l’automazione domestica in chiave domotica rende, chiaramente, la casa più sicura, tutelando l’individuo, ma può anche svolgere una funzione educativa quasi interagendo con l’utente insegnandogli, passo dopo passo, portare aventi tutte le attività domestiche e, di conseguenza, a pianificarsi la giornata.

E’ proprio questo il lato della questione che ci interessa esplorare: quanto la tecnologia possa semplificare la vita alle persone con ritardo mentale (più o meno grave, congenito o meno) e possa spronarle a vivere indipendentemente, anche dopo la morte dei genitori, sviluppando un’identità adulta senza che si sentano né soli né abbandonati.

Relativamente al sistema di controllo, l’Università di Trento ne ha pensato uno poco invasivo e di facile utilizzo, che sia impercettibile nel suo ispezionare/accertare: il videocontrollo a telecamera allarmata che si attiva solo quando vengono registrate anomalie.

La comunicazione è resa più semplice e fruibile dall’utilizzo del video; trasversale a tutti i progetti è infatti la presenza del televisore come interlocutore: attraverso di esso si segnalano, mancanze, dimenticanze (ad esempio il ferro da stiro acceso, la finestra o la porta di casa aperta) in modo da rendere, attraverso icone e immagini, meno traumatico il relazionarsi con il centro di controllo, con il quale il fruitore è perennemente in contatto.

Tutto ciò in un perfetto connubio tra la casa educativa e la casa sicura.

Esattamente, l’impianto oltre a registrare, attraverso dei sensori, delle anomalie e a segnalarle via monitor, nel pieno delle sue funzioni educative, provvede a delle vere e proprie azioni di ripristino se il destinatario non risponde o non interviene in un tempo consono. Per esempio, se il sensore rileva che la porta di casa è stata dimenticata aperta, avverte l’utente via monitor e se questo non la chiude in un tempo ragionevole, il sistema procederà con la chiusura automatica della porta di casa.

Questo procedimento di rilevazione irregolarità, segnalazione e azione di ripristino nel caso in cui non si fosse intervenuti, avviene più o meno in tutte le specifiche aree del sistema, eccezion fatta per i casi d’incendio: in quel caso si procederà con la chiamata al centro sociale, ai VVF e ai familiari del disabile. Oltretutto i familiari dei disabili Sia a Trento, che a Pergine e Rovereto, i rispettivi sistemi, grazie a un meccanismo di supervisione su linea BUS, possono di fatto rilevare una notevole gamma di scenari d’intervento all’interno degli appartamenti: comando centralizzato di tutto l’impianto, rilevazione presenza liquidi, rilevazione presenza gas, rilevazione presenza incendio, controllo di tutti gli elettrodomestici e degli accessi, organizzazione a tempo di tutti gli elementi dell’installazione, in particolare, gli elettrodomestici e, infine, sistema anti intrusione e di verifica dello stato di salute.

Da non sottovalutare, tra l’altro, l’accurato lavoro di ricerca svolto dal CunEdI in un team interdisciplinare formato anche da esperti sociali e psicologi: il Centro Universitario Edifici Intelligenti, prima della costruzione, ha analizzato, insieme a queste figure professionali, i futuri inquilini della struttura al fine di comprenderne il grado di disabilità e le abitudini, e, in base a questo, disporre all’interno della struttura, in maniera plani metricamente intelligente, dei sensori di fumo/incendio, di apertura chiusura dei serramenti, di controllo degli accessi e di gestione degli elettrodomestici, in grado, appunto di rilevare la presenza di un’anomalia, chiaramente gestibile e controllabile dal sistema centralizzato attraverso il monitor, il quale possiede una grafica dai colori accessi e dai confini ben separati in modo da rendere più facilmente distinguibili le figure e, quindi i messaggi e le operazioni eventualmente da effettuare.

Come, del resto, è stato fatto. Inoltre, tutte le prese di corrente sono monitorabili direttamente dal comando centralizzato di modo che è possibile così sapere quali prese di corrente si stanno utilizzando ed, eventualmente, accorgersi della dimenticanza. In conclusione, questi tre progetti dimostrano quanto l’automazione domestica possa costituire un grande aiuto per uomini e donne diversamente abili, in particolare se adeguatamente integrata con i servizi di assistenza, e di quanto sia importante scegliere le dotazioni intelligenti secondo i costumi, i movimenti e le abilità cognitive dell’utilizzatore. Mai come oggi è importante sensibilizzare la gente e il territorio su questo punto.

Mettere quindi la tecnologia a servizio degli individui e non viceversa.

(continua)

 

M. Flaminia Attanasio

 

 

Per maggiori informazioni:

Università degli Studi di Trento
Via Mesiano 77
38050 Mesiano – Trento (Italy)

Tel +39.461.882668
Fax +39 0461 882672

Prof. Ing. Antonio Frattari
antonio.frattari@unitn.it
www.unitn.it

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