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LEAF House. Rural technology.

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Sole, acqua e terra.

Queste le uniche fonti d’energia per LEAF House (Life Energy And Future), la casa ad emissioni zero, totalmente “carbon neutral”, che vive come una foglia (“leaf”, in inglese, significa appunto foglia).

Una confortevole palazzina, con balcone e giardino, ad Angeli di Rosola, un piccolo borgo, di 1800 abitanti, immerso nella campagna marchigiana in provincia di Ancona.

LEAF House è, però, solo una tessera di un grande mosaico: la LEAF Community, un progetto sperimentale, nonchè prima comunità ecosostenibile in Italia, alimentata interamente ad energia pulita e dove ci si muove con mezzi elettrici o a idrogeno, i bambini frequentano una scuola alimentata soltanto dall’energia solare e si lavora solo esclusivamente in edifici ecocompatibili con fonti energetiche autonome, insomma la community vivrà usando solo energia proveniente da fonti naturali e da soluzioni domotiche e tecnologiche d’altissimo livello.

Parlando più propriamente della casa in sè, la LEAF House, l’energia che la fa vivere è interamente prodotta da fonti rinnovabili, quindi autosufficienti sia per riscaldare che per raffreddare e ciò la rende una struttura ecologica e amica dell’ambiente.

L’idea nasce in casa Loccioni, un’azienda che si occupa proprio di domotica, in collaborazione con numerosi e famosi partner come Enel, Whirlpool, Cisco, Beckhoff, Faam, IGuzzini, Ikea, National Instruments, Rittal, Schuco, Siemens, Viessmann, UBI Banca Popolare di Ancona, e da uno spunto del professor Federico Maria Butera del Politecnico di Milano e autore del libro “Dalla caverna alla casa ecologica.”.

Proprio dal binomio iniziale Butera-Loccioni è nata LEAF House, ciò che era teoria si è trasformato in pratica.

Nella “eco-casa” non mancano innovativi sistemi tecnologici, sia per la gestione che per l’armonizzazione di tutti gli impianti, e fini accortezze per un massimo sfruttamento delle risorse naturali, a cominciare dagli elettrodomestici e dall’orientamento a sud delle abitazioni, passando per il sistema di climatizzazione, di gestione delle acquee di produzione di energia, fino alle futuristiche soluzioni di building automation.

L’edificio è diviso in sei appartamenti i cui primi condomini sono dipendenti dello stesso gruppo Loccioni.

Ad ogni appartamento è stato messo a disposizione, dalla Whirlopool, uno speciale “Green Set”, consistente in elettrodomestici tecnologia “SestoSenso, la quale è in grado di gestire i cicli dei vari elettrodomestici attraverso una serie di parametri monitorati da speciali sensori.

In questo modo ogni apparecchio riesce ad usare esattamente la giusta quantità d’acqua e d’energia per ottenere un risultato perfetto, senza sprechi, con un conseguente risparmio complessivo del 30%.

Inoltre, la lavatrice e la lavastoviglie sono dotate di un ingresso per l’acqua calda proveniente direttamente dall’impianto della casa, evitando in tal maniera l’utilizzo di resistenze interne degli apparecchi, causa primaria del consumo, anzi, spreco di energia.

Questi elettrodomestici poi “dialogheranno” con un “contatore intelligente” ideato dall’Enel per massimizzare il consumo elettrico.

“Leaf House” ha, dunque, un assoluto controllo centralizzato per qualsiasi tipo di energia impiegata: dalla presa per il pc fino all’interruttore della lavatrice o del frigo.

Il sistema di climatizzazione è basato su una pompa di calore geotermica e su sistemi distribuiti di deumidificazione mentre le acque meteoriche possono essere recuperate e riutilizzate, per scopi irrigui e scarichi. Perfino il calore può essere riciclato con un apposito sistema di ventilazione meccanica.

Nello stabile, dotato di monitoraggio continuo della qualità dell’aria, è garantito anche un isolamento acustico fino a 43dB.

Per quanto riguarda l’energia necessaria alle attività dell’edificio, questa è fornita da una micro centrale idroelettrica che produce produce 160 MWh/anno, ricavata da un salto di un torrente di appena un metro.

I pannelli fotovoltaici, invece, oltre a svolgere la loro ordinaria funzione, ovvero sviluppare energia a basso voltaggio ma sufficiente a coprire il fabbisogno energetico medio di una famiglia, alimentano anche un sistema di elettrolisi dell’acqua, che può accumulare energia in una pila a combustibile, utile per le ore in cui non è possibile ricorrere al sole.

Per quanto riguarda la domotica, questa permette di gestire tutti gli impianti di LH (LEAF House) in modo semplice e funzionale.

In ogni singolo appartamento è, difatti, montato un pannello con touch screen, una sorta di computer di bordo: da qui, in collegamento con un migliaio di sensori sparsi ovunque e grazie ad un software sviluppato da Cisco, è possibile monitorare i consumi in corso e quelli accumulati nel tempo, e di conseguenza di evitare gli sprechi.

E non è tutto. Dallo schermo si possono regolare la climatizzazione degli ambienti (basata su una pompa di calore geotermica e sistemi distribuiti di deumidificazione), la qualità dell’aria interna (il sistema monitora il livello di CO2 e se l’aria è “viziata” provvede a cambiarla), controllare la chiusura di porte e finestre e molto altro ancora.

Inoltre, Whirlpool dispone all’interno della casa di un’altra dotazione: ZEOS (Zero Emissions Open Space), una vera e propria piattaforma multimediale progettata a mo’ di loft con un’architettura open space per poter essere fruito in molti modi diversi e dove si sperimenteranno prodotti ecologici e realizzeranno campagne di sensibilizzazione ambientale.

Unico inconveniente è il costo, di circa il 20% superiore rispetto ad una casa normale, ma come ci spiega il prof. Butera: “chi costruisce una casa a impatto zero ha un vantaggio che di questi tempi non è da poco: dire addio alle bollette energetiche. E ancora Butera: “…in una decina d’anni si recupera l’investimento e nel caso la casa produca più di quello che consuma, si comincia a guadagnare.”

In conclusione, vera è propria novità è l’estetica di LH: ispirata alle case rurali mezzadrili con podere marchigiane, un microcosmo autosufficiente in cui tutto veniva prodotto e consumato e nulla era sprecato. Estremamente spiazzante per il fruitore, vedere un esterno quasi rurale e contadino e un interno fatto di spazi aperti, di linea semplici ed essenziali, e di tecnologia all’avanguardia pur nel rispetto della tradizione.

Un progetto e un disegno strettamente legati alla tradizione, alla terra ma anche laboratorio di tecnologia, di misura e di lifestyle sostenibile; LH è una casa tecnologicamente innovativa, costruita per l’ambiente, basata sui principi della bio-architettura e alimentata da fonti d’energia rinnovabili: un laboratorio di nuove tecnologie sull’energia pulita ed un luogo che sensibilizza e educa al futuro.

M. Flaminia Attanasio

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